LA FONTE DEL BIGHI DI MONTEFOLLONICO

La sorgente era già nominata dal Cavaliere Antonio Pecci, patrizio senese, intorno al 1750 nelle sue “Memorie dei luoghi dell’antico Stato di Siena”, con il nome di Fonte del Bichi ma probabilmente le sue origini sono più antiche. L’edificio consiste in una piccola costruzione di pietre e mattoni coperta con una volta a botte a tutto sesto, sovrastata da un tetto a due spioventi, e di una vasca intonacata con cimasa in pietra lavorata a scivolo ed adibita un tempo a lavatoio. Nel bosco a monte è presente una grande cisterna interrata fatta in mattoni intonacati e coperta con volta a botte, costruita durante la prima guerra mondiale per immagazzinare acqua; ancora più a monte della cisterna troviamo due pozzi interrati che servivano a far rischiarare l’acqua grazie a delle rocce in esse contenute; l’acqua fin lì giungeva grazie a delle tubature di coccio interrate. La fonte che si dice sia stata costruita da un frate, Fra Bighi appunto, veniva alimentata dalle acque infiltratesi attraverso le fratture del calcare di cui è costituito il colle di Montefollonico ed ha servito il paese di acqua potabile fino a che negli anni ’20, grazie all’acquedotto, giungesse quella del vivo.

La fonte probabilmente era il punto di uscita dell’acqua di raccolta a monte in corrispondenza del Pelago della Fratta(un area carsica che presenta una depressione chiamata dolina)incanalata in una tubazione fatta di coppi in terracotta con vari pozzi di decantazione, ancora visibili a monte della fonte. La struttura già presente nel 1700 in quanto indicata nel manoscritto del Pecci e prende il nome da un abate del posto chiamato Bichi. All’interno del bosco, a monte della fonte è presente un enorme cisterna murata realizzata nei primi del 900.